Il fondatore di Hinge, Justin McLeod, sta opponendosi alla crescente spinta della Silicon Valley a utilizzare chatbot AI come sostituti della connessione umana. Parlando nel podcast Decoder di The Verge, McLeod ha criticato la visione di Mark Zuckerberg sugli accompagnatori AI, sostenendo che l'idea riduce l'amicizia a qualcosa di superficiale e transazionale. McLeod ha affermato che le vere amicizie si basano su vulnerabilità, rischio e esperienze condivise, cose che l'AI non può fornire in modo autentico. Ha suggerito che la cornice di Zuckerberg ignora ciò che rende significative le relazioni umane e ha avvertito che dare alle persone bot invece di legami reali è pericoloso. Secondo McLeod, gli "amici" AI sempre disponibili potrebbero alla fine comportarsi come cibo spazzatura: facili da consumare, temporaneamente soddisfacenti, ma dannosi per il benessere a lungo termine. Ha detto che le persone potrebbero sentirsi più svuotate e meno soddisfatte nel tempo, anche se la compagnia dell'AI sembra conveniente nel momento. Zuckerberg aveva recentemente suggerito che la maggior parte delle persone desidera più amici di quanti ne abbiano attualmente e che gli avatar AI potrebbero soddisfare quella domanda. McLeod ha respinto questa nozione, affermando che sostituire i legami sociali del mondo reale con simulacri digitali rischia di peggiorare la crisi della solitudine piuttosto che risolverla. Per McLeod, la chiave per comunità più forti risiede nel promuovere connessioni umane genuine, non nel sostituirle con tecnologie progettate per imitare le relazioni.
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